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giovedì 24 maggio 2012

Vecchi flash su reflex digitali?



Ci sono due grandi filoni di pensiero sull'uso del flash, opposti tra loro, chi non lo vuole neanche sentire nominare: "il flash da quel senso di piatto e poca dinamicità alla foto" e chi invece crea, sperimenta, lo sposta dalla slitta e inserisce punti di luce interessanti. (probabilmente i primi non sono mai andati oltre quello incorporato).
Ecco cosa fare prima di innestare un vecchio flash sulla reflex digitale:

1. Cambiamo le batterie, sicuramente saranno usurate dal tempo, e comunque scariche.

2. Dobbiamo vedere se possiamo montare il flash sulla slitta della reflex senza rischi, qui entrano in gioco le tensioni ai capi dei contatti a caldo, per intenderci quello centrale in basso e quello di fianco ("nascosto" all'interno della slitta). La differenza di potenziale (tensione, misurata in Volt) deve essere assolutamente inferiore a quanto la nostra macchina fotografica possa reggere.
Le reflex digitali, in quanto elettroniche hanno una portata massima nell'ordine dei 6-12V, valore molto minore rispetto alle vecchie analogiche che sopportavano tranquillamente 200-250V, per questo non è difficile trovare vecchi flash con queste tensioni.
Molte persone poco pratiche di elettronica fanno il ragionamento seguente: "Il flash che ho trovato in soffitta è alimentato da 4 pile da 1,5V, quindi a rigor di logica (la loro), 4 x 1.5V = 6Volt, la mia reflex ne regge dai 6V ai 12V quindi posso montarlo senza alcun problema, con il risultato di danneggiare in maniera grave l'attrezzatura.
Perché questo ragionamento non fila?
Perché all'interno del flash è presente un grande condensatore (è un componente elettronico che immagazzina energia elettrica, generando una differenza di potenziale, tra il + e il - dei suoi 2 piedini), che si carica dopo ogni scatto, cioè parte dell'energia elettrica tramite un circuito passa dalle pile al condensatore (ecco spiegato il tempo di ricarica del flash) e nel momento dello scatto l'energia "amplificata" del condensatore viene scaricata alla torcia generando la "flashata".
E' molto semplice misurare questa tensione, basta munirsi di un tester (costa pochi euro, pensa quanti ne risparmi), collegare lo spinotto rosso (+) nel piedino centrale in basso del flash e lo spinotto nero (-) nel contatto laterale. Impostare la scala, se necessario, per sicurezza tenerla nell'ordine dei 250V e tramite il tasto "test" verificare quanta tensione vede il nostro tester, se non succede nulla, cioè non avviene una lettura significativa, vuol dire che la scala che abbiamo precedentemente impostato è troppo alta per la tensione del flash, quindi impostare la scala a circa 120 Volt e continuare così fino a quanto non si ha una scala adeguata e il tester ci da il valore esatto, ricordate che dobbiamo misurare la tensione sia quanto il flash è carico (a regime, indicato dal led) quindi pronto a scattare, sia quando scatta, perché alcuni scaricano nei contatti solo durante la flashata.

-3. Se la tensione resta nel range 0-12V e solo in questo caso possiamo montarlo sulla reflex.

Come possiamo utilizzare un flash con tensione superiore?
I metodi per evitare il contatto diretto tra flash e reflex sono sostanzialmente 2:

- L'uso di una fotocellula, cioè quel dispositivo che ci permette di comandare il flash esterno con il flash integrato della reflex. Questa soluzione è molto economica, nell'ordine della ventina di euro, però ci costringe ad usare il flash on camera che darà il suo contributo alla foto anche se impostato alla minima potenza, inoltre capita abbastanza frequentemente che i duei flash non si vedano e quindi quello esterno non scatti.

- L'uso dei trigger wireless cioè la coppia trasmettitore/ricevitore che senza cavi permettono la sincronizzazione tra flash e macchina, soluzione più costosa, ma decisamente più comoda.

CONSIDERAZIONI:
I vecchi flash non permettono la trasmissione dei dati relativi alla potenza o esposizione (ricordi, hanno solo 2 piedini) quindi la tripletta ISO diaframma e tempo dovrà essere impostata tenendo conto della potenza standard del flash. Possiamo però ricorrere a piccoli escamotage: anteporre tra il soggetto e il flash un foglio di carta bianca che attenui e diffonda la luce, o far rimbalzare la luce su una superficie.
Anche con un vecchio flash si possono ottenere risultati molto creativi, quindi perché non provare?!

giovedì 19 aprile 2012

Splendide Fotografie in HDR

(fotografie di Luca Concas)
La tecnica HDR (High Dynamic Range), permette di creare foto in cui la gamma dinamica è molto più ampia rispetto a ciò che può catturare il sensore con un singolo scatto. Avendo scene molto contrastate, con delle zone molto chiare e delle zone molto scure, il sensore riesce a memorizzare correttamente (in base alle impostazioni della macchina fotografica) o le zone scure, bruciando i bianchi, o le zone chiare bucando i neri,(Bruciare i bianchi vuol dire che le zone molto luminose nella foto sono prive di dettagli risultando completamente bianche, bucare i neri vuol dire che nelle zone scure non vi è dettaglio, e quindi risulterà solo nero) questo perché a differenza dell'occhio umano il sensore ha la possibilità di catturare una gamma dinamica molto più limitata (un ampiezza di circa 7 stop di luminosità contro i 10 dell'occhio umano). L'unica soluzione per ovviare a questo problema è quello di scattare più foto a esposizioni differenti, in modo da preservare tutti dettagli, e unirle successivamente tramite software.

Vediamo adesso COSA SERVE per ottenere ottimi risultati:

- Macchina Fotografica in cui possiamo impostare almeno Tempo e Diaframma, su qualunque reflex questo è possibile, ma sulle compatte, solo quelle di fascia alta possiedono questa caratteristica.

- Treppiede, è fondamentale in questa tecnica, perché gli scatti che andremo a sovrapporre successivamente devono combaciare alla perfezione.

- Photomatix, è uno dei tanti software in grado di creare ottime foto HDR, cosa molto comoda che legge direttamente i file raw.


CONSIGLI:

- Scattare in Raw, perché come sappiamo è il file "grezzo" su cui è più facile apportare modifiche.
- Fotografare paesaggi statici con forti contrasti.
- Includere nella scena il cielo colmo di nuvole.
- Prediligere i grandangoli anche spinti.
- Usare la priorità di diaframmi, e cambiare il tempo, questo perché se cambiassimo il diaframma, cambierebbe di conseguenza la profondità di campo e non avremo scatti perfettamente sovrapponibili.
- Solitamente i diaframmi chiusi, nell'ordine di f/10 sono da preferire per avere una buona parte di scena a fuoco.
- Scattare con il fuoco manuale o con il punto di messa a fuoco centrale, questo per mettere a fuoco sempre lo stesso punto.
- Solleviamo lo specchio dell'otturatore per evitare vibrazioni e quindi micro-mosso.

PROCEDIAMO:

- Scattiamo almeno 3 foto, una sotto esposta, una correttamente esposta e una sovraesposta, per fare questo abbiamo a disposizione il bracketing, ovvero la macchina fotografica scatterà 3 foto in successione, con +1 stop e -1stop di luminosità a partire da quella esposta correttamente.


- Non ci resta che aprire Photomatix, andare su "Load Bracketed Photos" e selezionare le nostre 3 immagini:


- Ci comparirà una schermata in cui possiamo scegliere se allineare le immagini, ridurre gli artefatti, ridurre di una percentuale il rumore e l'aberrazione cromatica, valori che spunteremo in base alle nostre esigenze:


- Cliccando su "OK" il software procederà alla conversione e unione dei file raw, fornendoci una prima anteprima veloce.(La velocità di questo processo ovviamente dipenderà dal computer in uso, dal numero di foto, dalla grandezza e da cosa si è deciso di spuntare nella schermata precendente).


- Cliccando adesso su "Tone mapping / Fusion" riusciremo a visualizzare i parametri che ci permettono di applicare gli effetti che più si avvicinano all'idea che abbiamo della foto finale.


- Settati i parametri non ci resta che cliccare su "Process" in basso a destra, attendere, e salvare la nostra foto HDR dal menù a tendina, File_Save As.


mercoledì 18 aprile 2012

Problemi Canon 5d mark III

Canon ha presentato da non molto la 5d mark III, reflex top di gamma della casa "rossa" ad un prezzo superiore ai 3000 euro pr il solo corpo macchina. Iniziano però i problemi, pare infatti che lo schermo LCD posto nella parte superiore della reflex, se acceso, sfalsi in qualche modo l'esposimetro, è come se buona parte della luce arrivi sull'esposimetro dandoci foto sotto esposte e quindi inutilizzabili.
Canon ha ammesso ufficialmente questo difetto e sta valutando come muoversi per ovviare al problema.


Come si vede dall'immagine, con il display spento e il tappo al posto dell'obiettivo la 5d mark III segna 13 secondi, premendo sul tasto di accensione del display, il tempo cala drasticamente a 6.

In questo LINK canon USA conferma il problema del display LCD.

lunedì 5 marzo 2012

Marzo, il mese degli ISO AUTO


Una modalità sottovalutata è ISO AUTO, solitamente infatti si imposta il valore ISO più basso possibile per la scena. Questo nella maggior parte dei casi in cui è presente una buona illuminazione va bene, si ha un ampio controllo sulla profondità di campo e come tutti sappiamo ISO bassi garantiscono poco rumore digitale e tempi se in condizione di buona luminosità, accettabili per evitare il micro-mosso.

Ma come facciamo a fotografare soggetti in rapido movimento e con luminosità variabile?

Questa condizione capita spesso quando si fotografano volatili in una giornata con il sole e molte nuvole, le nuvole spostate dal vendo infatti si mettono per qualche secondo tra il soggetto e il sole, riducendone così la luminosità, per questo scattando in priorità di diaframmi, il tempo diventerà più lungo e rischieremo di non riuscire a congelare l'azione, trovandoci con una foto da cestinare e un momento magari unico nella giornata perso.

In queste situazioni la modalità ISO AUTO è una vera e propria manna dal cielo, dobbiamo impostare la reflex in modalità manuale, scegliamo un tempo di scatto che congeli l'azione e l'apertura in modo da avere una foto correttamente esposta a ISO 100 quando non ci sono nuvole, ma andremo ad impostare ISO AUTO nel menù ISO, in modo che quando  il soggetto sarà coperto dalla nuvola non cambierà il tempo di scatto o l'apertura, ma automaticamente aumenterà la sensibilità ISO del sensore, quando la nuvola si sarà spostata gli ISO torneranno al valore minimo, non rischiando così di perdere l'attimo.

Le fotocamere adesso dispongono di un ulteriore miglioramento, poter impostare il massimo valore di AUTO ISO oltre il quale la reflex non può spingersi.

Questa modalità è inoltre utile per chi utilizza la registrazione video, solitamente tempo e apertura sono costanti durante una ripresa, difficilmente continuando a registrare si cambiano questi 2 valori. Se non si vuole interrompere la registrazione durante il passaggio da esterno molto luminoso a interno più buio, come spesso avviene ad esempio quando si entra in una casa, la luminosità si riduce notevolmente avendo una scena sicuramente sottoesposta, impostando ISO AUTO automaticamente il video resterà esposto correttamente, mantenendo i valori di apertura e tempo desiderati, aumentando gli ISO.

lunedì 27 febbraio 2012

Fissi stabilizzati?


Apre le danze Canon al mondo dei fissi stabilizzati, presentando 2 nuovi obiettivi che vanno ad aggiungersi al già ampio parco ottico EF, lo schema interno è completamente ridisegnato rispetto alle versioni "liscie", il che dovrebbe incrementare a detta della casa rossa anche la resa ottica, stiamo parlando del Canon EF 24mm f/2.8 USM IS (caratteristiche) e del Canon EF 28mm f/2.8 USM IS (caratteristiche).

Saranno disponibili a giugno 2012, al prezzo di 829 $ per il 24mm e di 799 $ per il 28mm.

Ma la stabilizzazione può essere un fattore determinante con lunghezze focali così ridotte?
Il vantaggio di avere un ottica fissa stabilizzata discretamente luminosa è quella di poter sfruttare una maggiore profondità di campo potendo chiudere un pò il diaframma e mantenendo tempi di scatto accettabili in condizione di scarsa illuminazione e se si scatta a mano libera. Infatti se consideriamo ad esempio il 24mm su full frame avremo un tempo minimo di sicurezza per evitare il micro-mosso di 1/24s, con il recupero di 4stop dichiarato da Canon per il suo sistema IS, potremo spingerci fino ad un tempo di scatto "sicuro" di 1/8s. 

Questa soluzione non ha entusiasmato in molti, lo stabilizzatore su ottiche grandangolari è poco determinante, infatti è un sistema nato per le ottiche tele, in cui i tempi di sicurezza, data la grande lunghezza focale, sono molto più ridotti, inoltre chi si specializza nelle fotografie di paesaggio difficilmente lascia a casa il treppiede.

Personalmente mi butterei più su un 24-28 mm con apertura massima di f/1.8, per prima cosa il costo è molto ridotto, quasi la metà rispetto la versione IS, per non parlare del migliore sfocato che si avrà con un f/1.8, la versione stabilizzata è molto consigliata invece a chi utilizza la reflex per girare video, in questo caso è utile avere un ottica stabilizzata che riduca i tremolii.

Discorso diverso si potrebbe fare se l'ottica sarebbe un f/1.8 o f/1.4 IS, perché si avrebbe un obbiettivo molto lumino, con un valore aggiunto quale è la stabilizzazione, cioè non si dovrebbe scegliere tra luminosità o stabilizzazione.

Ultima considerazione sicuramente meno determinante è l'estetica, sono meno belli esteticamente rispetto alla generazione precedente dei grandi serie EF.

mercoledì 18 gennaio 2012

Ottiche Canon FD su Canon EOS


A tutti è passata per la testa di la possibilità di montare vecchie ottiche FD su canon EOS digitale. Qualcuno le ha in soffitta, altri le trovano sui più famosi siti di annunci a prezzi stracciati. Vediamo se è possibile montarle in modo abbastanza agevole o se è meglio rinunciare.

L'attacco Canon FD è stato presentato nel 1971 ed è il successore del Canon FL, rispetto quest ultimo l'FD ha in più la possibilità di una lettura TTL a tutta apertura. 

Per Innestare le ottiche Canon FD su EOS ci vuole un adattatore, che può essere di due tipi, con o senza lente.

Vediamo cosa comporta l'uso di un adattatore FD/EOS:

Svantaggi: 
- Si perdono gli automatismi, il cambio dell'apertura va fatta sull'obiettivo girando la ghiera.
- La messa a fuoco è manuale, su apc risulterà molto difficoltoso mettere a fuoco, a causa della ridotta dimensione del mirino.
- Se si utilizza un adattatore senza lente, l'obiettivo può essere usato solo per foto macro, infatti la messa a fuoco risulterà impossibile all'infinito.
- Se si utilizza l'adattatore con lente, la messa a fuoco all'infinito sarà mantenuta, ma l'ottica perderà parte della sua nitidezza.

Vantaggi
- La maggior parte degli obiettivi si trova a prezzi decisamente bassi.
- Tra le ottiche FD si possono trovare grandi obiettivi, come i serie L, con aperture estremamente ampie.

Concludendo possiamo affermare che l'uso dell'adattatore è giustificabile sole se si è in possesso di un ampio corredo e di alta qualità, con obiettivi serie L e luminosità f/1.2 o f/1.4, negli altri casi non conviene investire in ottiche FD, in quanto scomode e con lente addizionale necessaria, la qualità risulta essere decisamente ridotta, conviene puntare su ottiche EF, che si costano molto di più, ma sicuramente più adatte al digitale e migliori a livello qualitativo.

giovedì 12 gennaio 2012

Quanto costa fotografare?


Oggi vedremo 3 possibili corredi fotografici Canon suddivisi in base alla fascia di prezzo dei più famosi negozi online. Partendo da una spesa minima il corredo fotografico sarà composto da attrezzatura amatoriale: corpo macchina entry level se pur di ottima qualità, zoom economici e qualche accessorio. Arriveremo ad un corredo di fascia alta, con corpo macchina full frame, ottiche d'eccezione e chi più ne ha più ne metta.


FASCIA BASE:
- Canon 550D (circa 500€)

- Canon 18-55 is f/3.5-5.6 (circa 150€)
- Canon 50 mm f/1.8 (circa 100€)
- Canon 55-250 is f/4-5.6 (circa 200€)

- Treppiede Trepix 60-160cm (circa 50€)
- Borsa Fotografica (circa 70€) 
- 2 Memorie SD 8GB 20mb/s (circa 30€)

TOTALE: Circa 1100 euro, questa soluzione consente di effettuare la maggior parte degli scatti avendo "coperte" le focali da 18 mm a 250mm, la canon 550d ha una buona resistenza al rumore dovuto agli alti ISO, il sensore è infatti lo stesso della 60d e 7d pur avendo una costruzione decisamente più economica, in condizioni di scarsa illuminazione ci viene in aiuto il buon vecchio 50mm 1.8, che data la sua luminosità, diventa adatto per ritratti sfocando il soggetto, e concerti che solitamente hanno un illuminazione critica. Aggiungiamo a tutto ciò un cavalletto che fa il suo dovere negandoci però quel senso di robustezza che tanto ci aggrada.




FASCIA MEDIA:
- Canon 7D (circa 1300€)

- Tokina 11-16 f/2.8 PRO DX (circa 550€)
- Canon 28mm f/1.8 USM (circa 400€)
- Canon 50mm f/1.4 USM (circa 350€)
- Canon 85mm f/1.8 USM (circa 400€)
- Canon 70-200 f/4 L USM (circa 600€)

- Treppiede Velbon sherpa (circa 120 euro)
- Battery Grip Canon BG-E7 (circa 150 euro)
- Filtro polarizzatore (circa 80 euro)
- Filtri ND (circa 70 euro)
- Borsa fotografica (130 euro)
- 4 Memorie SD 8GB 20mb/s (circa 60€)

TOTALE: Circa 4200€, andando su un corpo macchina molto più professionale della 550d, ma soprattutto concentrandoci su ottiche fisse e molto luminose di qualità, costruzione e velocità di messa a fuoco degni di nota, la nostra spesa, diventa decisamente sostanziosa, quasi 4 volte tanto rispetto la soluzione precedente, c'è da considerare che alcuni accessori su cui prima non ci siamo concentrati particolarmente, come un treppiede di qualità in grado di reggere il peso non indifferente della 7d e del 70-200 f/4 L adesso diventa essenziale.




FASCIA ALTA:
- Canon 1D x (circa 6000€)

- Canon 8-15 f/4 L (circa 1300€)
- Canon 16-35 f/2.8 L (circa 1500€)
- Canon 50mm 1.2 L (circa 1500€)
- Canon 85 mm 1.2 L (circa 1800€)
- Canon 70-200 f/2.8 IS L (circa 1700€)
- Canon 400mm f/2.8 L (circa 7000€)

- 2 borse fotografiche (circa 300€)
- 2 Memorie 8GB 150x (circa 180€)
- Canon extender 2X iii (circa 450€)
- Treppiedi completo (circa 350€)
- Filtri vari (circa250€)

TOTALE: Superiamo il 20mila € di attrezzatura, è evidente in questa categoria non abbiamo badato a spese, penso che non ci sia tanto da commentare se non che chi arriva a fare investimenti del genere anche solo prendendo un ottica tra quelle elencate e sicuramente un fotografo professionista o comunque con anni di esperienza alle spalle, il quale sa bene dove puntare, cosa scegliere e perché.



CONCLUSIONI:

Ovviamente questi sono esempi volti a farci un idea, il mercato dell'usato è un buon metodo per ridurre anche in maniera considerevole la spesa necessaria alla creazione del nostro parco ottiche e attrezzatura fotografica. La maggior parte dei fotografi si indirizzano verso un genere fotografico particolare e in base a quello fanno ruotare attorno le ottiche o gli accessori, per questo motivo la spesa dipenderà molto da persona a persona, ma sostanzialmente se vogliamo coprire gran parte delle focali, dal grandangolo al tele, l'attrezzatura da acquistare è quella sopra indicata.